Ugo Petrini

I cerini dell'anima

N. 1 della collana Matura

pagine 104


sezioni:

I cerini dell'anima

Portare la luce, difendere il buio

Luminoso/Numinoso


formato: cm. 15,5 x 23

copertina: cartonata, fodera Conqueror, stampa bn.

sovracoperta: colori

novembre 2019



Ugo Petrini  è nato a Montagnola nel 1950.
Ha studiato Letteratura italiana all'Università di Friburgo     (Svizzera) e ha insegnato italiano nelle scuole medie del Canton Ticino. Vive attualmente a Comano.

Tra il 1987 e il 2017, ha pubblicato alcuni libri di poesia.
Ultimi in ordine di tempo:
Le gazzelle di Thomson (2012), Misteri provvisori (2014), Il tepore dei muri (2015), Perdimenti (2017).

In collaborazione con artisti italiani e della Svizzera italiana, a scadenze regolari, ha dato alle stampe alcuni libri d'arte :
Risguardi (2008), A fior di baffo (2010), Piazzetta Camuzzi e dintorni (2014), Stazioni (2017).

Nel 2018 è apparsa, presso la casa editrice Limmat Verlag  di Zurigo, un'antologia di sue poesie in lingua tedesca:
Seiltänzer der Leere /Funamboli del vuoto,  scelte e tradotte da       Cristoph Ferber.

*  *  *



Fare festa
non è tempo perso
roba da fannulloni.

Fare festa è partecipare
dare qualcosa agli altri
condividere la propria gioia
per essere in vita.

Fare festa  
è anche soffrire
"aver compassione del pianto
per il dolore di un altro".

Fare festa è dare luce
sono scorci di trascendenza
frammenti del divino.

Fare festa è dire
della vita, cantarla
ma anche della morte.  

Fare festa è andare
al di là delle parole
(come fanno gli animali).

Il Giorno di Festa
è un giorno per fare festa
per vestirsi della festa
per guardare Altrove.


*  *  *


Ora l’accesso è chiuso:
e gli ottantatrè scalini che separavano
la tua cantina dal Circolo Sociale
nessun più li percorre:

non ci sono più i grandi bevitori
che si fermavano a orinare
alle prime rampe per i troppi
mezzi e quinti di Barbera;
è finita l’acrobazia del nonno
che giunto in cima alla salita
faceva la sua prova d’alcolemia
stando in piedi su una sola gamba
e sentenziando in caso affermativo:
«Vedi che non sono ubriaco!».

Non si vede più ‘l Nan
cliente fisso del Grotto
quell’omino dalle gambe
stortignaccole che una volta giunto
in cima alla scalinata simulava
la battuta di un calcio di rigore.


*  *  *


Nello straniante
dialogo settimanale
dove le parole s’inerpicano
per strade piene di tourniquet
e a volte all’uscita
dal tunnel non vedi la buca
ecco che compare d’acchito
lo slargo, la piazza di giro
che ti aiuta a sperare
che ti incoraggia ad amare.
Sono le vie tortuose
le scorciatoie contorte
della senescenza-demenza:
i percorsi oscuri
della nostra Centralina
della Memoria.




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