Margherita Coldesina

Un sole al primo appuntamento


Margherita Coldesina è nata a Lugano. Attrice e doppiatrice.
Con la prima raccolta poetica "Il gioco era dirsi” (LietoColle, 2012) vince a Milano il 'Premio Speciale Profumo degli anemoni'. Con il suo secondo libro, “Povera mucca” (La Vita Felice, 2019) si aggiudica il 'Premio Poestate'. È presente in varie antologie. Cammina in salita e dipinge. Due cockerini.



13.08.2020

E lì
in piedi dove ho fatto l’amore
lascio le vecchie ciabatte vecchie
Sei pronta come il burro
Gira la chiave del cielo
e prendi la via bianca che scende
discreta ma fulminea
dal barattolo aperto
delle potenzialità
Evapora dalla pozza
Tu riorganizzati qui
Mettiti insieme
dove in punta di piedi
ti ho appena fatto
Infilali tu i miei piedi
che ti lascio
La porta azzurra è spalancata
sul mare e il sole è già seduto
accanto al mio panino e le nocciole
La porta aperta lasciala uguale
lasciala stupita
prendi i gradini che ti ho fatto
e vieni su in terrazzo
Mi vedrai sdraiata nell’acqua
o riassunta in una pianta
Nel coccio bagnato che ti è culla




20.9.2020

Un uomo senza fiducia
Sdraiami
Mettimi giù come un lago
scoperto
Accorgiti
sudiamo
i miei fianchi sono le sponde
Puoi costruire qui
fra di noi
Allunga la tua fiducia fino a casa
È permesso




4.10.2020

Io foglio, tu le righe
ho trovato la bottiglia
ma non c’era dentro il messaggio
Le montagne frenano:
che prima passino le nuvole
sfrontate
come soprammobili
I nembi si appoggiano alle valli
si sdraiano sui colli e
carichi di pianto
si stirano fra i pini
La mia testa è una Sicilia uncino
un tiro
dritta
Punta alla tribù nera impanata
nella spuma tanta e
bàm
La mia base come costola t'aggancia continente
I piedi piangono
allagano
i monti delle mamme
della cosa fra le gambe delle mamme
L’origine del sasso
Unghie mozze deposte armi
Vagito




31.10.2020

Dopo il mare
all’orizzonte
in fondo alla mente
c’è la fine del foglio
E ruzzoli addosso alle dita
sei lì che scivoli giù dal pennino
Ti tieni
ti
precipiti giù
E lei la stilografica che guarda
ti detta un
“Ma come?”
Trattiene gli inchiostri  
ma la senti che col naso
(ti)
tira su



1.11.2020

Vieni
pensiero
che ti ricovero





8.11.2020

E cosa può
se non suonare sbagnato
lo scalino sott'acqua
più percorso
mai salito
Sempre giù
sotto sotto i suoi fratelli
frettolosi tori libertini
ignari che ai cubi vetta
SOL percossi dai più bassi
solivi se arrivi si arriva




9.11.2020

E ora il cigno naturale è solo
e su squame d’Ade
non riposa in pace l’amante
mascherato
Per l’ultimo sogno dell’ingenuità
butta gambe l’originale all’aria
Inabissa tutte ossa e tutte morbidezze
per cercare tra conchiglie Bene
Ebbene sì:
dell’impostore è sepolto il fianco pórto
E il Bene il Bianco originale
lo vede che gli canta
(col becco al morto che nel buio è conficcato)
un canticello redentore
E si domanda se ci crede
in quel canto chegli canta




10.11.2020

Tu, lingua,
lingua della campana
che fai concorrenza all’uccello
Ti stendi come un ponte levatoio
e tiri dritto se le ali colano le bende
Se del novello alato ancora si intravede
                                                         la fatica dell’alzarsi
Tu, lingua sonante
Lingua di ferro in mezzo alla romanità
sii più saggia e meno scelta a venirmi qui vicino
E canta meno
E culla
E colpisci





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