Monnier e Tavares sono film maker e artisti visivi. Nel 2007, dopo una residenza d’artista all’Istituto svizzero di Roma, hanno dato vita al duo artistico parapluie. Per maggiori informazioni: www.para-pluie.net.



Holy Highway
(86’, colore,
Gianluca Monnier e Andrée Julikà Tavares,
parapluie pictures, 2021)
è un film documentario presentato in anteprima mondiale alle Giornate cinematografiche di Soletta (trailer: https://vimeo.com/442660534).
I testi poetici qui presentati sono stati scritti sia durante le riprese del film sia in fase di post-produzione.










quando allineo il treppiede all’asse dell’orizzonte
incidi il tuo sguardo nei cristalli della lente
fai ciò che non si dovrebbe fare
rendi visibili stucchi, quinte, filtri ND
e mentre proteso
me ne resto lì, come un insetto
sorpreso da una pila al buio giro
la ghiera della messa
a fuoco e provo a fissare
questo mezzo frame di assoluta sospensione









per sottrazioni andiamo configurando suture
architetture del dove, chiazze
espanse indicano sviste, spettri,
confidano nel bianco confluenze
di congegni, occhi, cicatrici









montagne di terra come mucchi
di spezie, lineamenti
d’argilla che frantumano rocce – il sudore
è una macchia più scura nella polvere – avevi
lo sguardo colmo di una manciata di rupie al giorno
e con te c’era tutta la tua famiglia, me l’hai indicata
– diaframma al minimo, tasto rosso – quando la tua voce
ha raggiunto il mio microfono RODE
non ho colto una parola di quello che mi hai detto
ma l’insieme dei decibel sonorizzati dal vento
e i tuoi figli che duettavano spaccando un cartone di birra
hanno divelto un albero nella mia pancia,
l’ultimo sopravvissuto all’incedere delle ruspe









l’ocra e l’asfalto, l’argilla,
sull’epidermide del manovale un geroglifico
di cemento, è in corso
un’indagine da cantiere,
un work in progress della fine, si spande
il catrame rovente tra le tue infradito –
la sopraelevata a quattro corsie
supererà case e palme di cocco,
porterà me e te dentro uno stomaco
di polimeri – separati
dalla lingua, vomiteremo insieme
nomi di prodotti di largo consumo











al krishna hotel chiedi chissà
come dev’essere guardare senza
riconoscersi nelle facce che guardi in TV
guardare immagini che vendono immagini
di candeggina e soldi –
sulla strada lastricata di turisti siamo
scarti di tonalità, obsolescenze
programmate d’inganni, lunapark









in controluce gli smartphone
in modalità video registrano rigoli
di sangue | una nube
ronzante sopra una carcassa perfetta
di testuggine | viscere
non biodegradabili e budella | baluginanti
frammenti di microplastiche

l’anno precedente avevo filmato una mucca morta
ma non puzzava così tanto | un film
è il catalogo dei cadaveri del tempo




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