Evan Bernasconi è nato a Lugano nel 2001, ma ha vissuto a Bellinzona fino alla fine del liceo. È un ventenne, lanciato nel mondo degli adulti di pari passo con una pandemia. Nella vita è studente di Lettere all'Università di Bologna. Non ama prendersi sul serio, ma prende sul serio le poesie che scrive. 



*


SOGGETTI SMARRITI



Ti cerco in luoghi dove
sicuramente non sei, 
come un giocattolo perduto.
Io sono il bimbo
che vorrebbe trovarti
e ti proietta ovunque.
Però forse stai altrove,
un altrove appena poco più in là.
No, perso sono io 
che cercarti non devo.


*


@LARAGAZZANELLOSCHERMO



Sono 
e sarò sempre
solo una foto
tra le altre
del tuo profilo Instagram.
Una piccola luce
che si confonde
in un cielo stellato
col filtro alla luce-blu.
Eppure per me
è la più luminosa.
Stanotte
non soffrirò di insonnia.


*


INSTAGRAM


Odio venire a sapere di te
tramite uno schermo,
ma non ho più altro modo.
Le mie dita non passano più 
tra i tuoi capelli,
passano scorrendo verso l’alto,
gesto meccanico, aspettando
impaziente tue notizie.
Forse oltre lo schermo
ci sei tu, sei nascosta
da foto ritoccate e opinioni
imperdibili e vicino a te
c’è il mondo reale.
Ad oltrepassarlo ti regalerei
dei fiori, delle margherite.
E allora le dita scorrono,
ti rincorrono,
ti sfiorano
e tu
scompari
tra i cristalli liquidi,
stelle della notte.

*


AI GIORNI NOSTRI


“Hey.
Come stai?”
“Bene. Tu?”
“Anche bene,
grazie.”
Fine.
E poi chissà
Cosa si nasconda
Dietro tutti quei 
“tutto bene”,
dietro a tutto
quel bene


*


QUARANTENA


Farei di tutto 
per uscire di casa,
percorrere il vialetto
ed uscire in strada,
camminare verso la fermata
e prendere l’autobus,
guardare fuori dal finestrino,
fermarmi alla fermata giusta
e avviarmi, che dico,
correre verso casa tua,
suonare il campanello,
aspettarti alla porta
e sulla soglia
baciarti
e dirti
ciò che ho sempre taciuto.
Farei di tutto,
anche uscire di casa.


*


CARTE IN TAVOLA


Se vuoi qualcosa
vai a prenderla,
mi dicevi tu.
Ma io no,
preferisco scrivere di te
invece di scriverti cose tipo
“Come va?”
“Andiamo a bere qualcosa?”
Non stiamo insieme al tavolo.
Sto da solo, senza ordinare:
nessun sapore di Spritz
in bocca,
solo l’amaro
dell’inchiostro scuro.


*


Poesia è

quando ti ho davanti
e mi sento un bimbo
con il cuore che palpita
per ogni piccola cosa.




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