Cinzia Caputo, vive e lavora a Napoli.  Psicoanalista junghiana.  È del 2005 la sua prima silloge, Verso (Manni editore), nel 2011, l’Agenda della Dea, ed. Guardamagna Pavia; Settembre 2011, Camargue, testi di Cinzia Caputo, Serigrafie di Oreste Zevola, Ed: IL LABORATORIO/le edizioni.  2012 l’Agenda della Dea, sognatrici del tempo, ed. Guardamagna Pavia. Ha pubblicato un saggio sul mito di Persefone, La Spiga e Il Melograno, ed. Valtrend.  Nel 2019 ha pubblicato per la IOD edizioni, Nutrici di Sé, un saggio sul mito della maternità . È appena uscito con l’edizione Terra d’Ulivi, La Porta sulla Luna, 2021



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LE BAMBOLE DEL TEMPO


Tre sono le bambole del Tempo:

quella grande e bianca,
quella piccola e tonda,
quella col temperino
che ferisce le gambe.
Con il sangue mischiato alla terra,
colora d’arancio le stanze,
aspetta che torni
la risacca dei giorni
nella penombra del mare.


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BAMBOLLA



La bambola segue sempre la bambina.
Ha occhi bianchi di silenzio.
Prepara riti di fertilità.
Attraversa millenni d’argilla,
di cocci, tombe, steli,
avorio, legno e stoffa,
ossa ed alabastro.
Gli arti snodati, i capelli intrecciati,
oggetti ritrovati nei posti più impensati.
La bambola è lo specchio
dell’altro lato della verità.


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LA BAMBOLA DI CARTA


La bambola di carta
attaccata alla porta del ricordo
aveva il viso tondo,
sognava bella e addormentata.
Quando si è svegliata
non ricordava più
quale sortilegio
l’avesse trasformata
in una strega.


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LE BAMBOLE ASSASSINE


Le bambole giungono a casa vostra
in piccole bare confezione-regalo.
Fissano come i ciechi con occhi a malachite.
Qualcuna nasconde un coltello.
Le posizionate sugli scaffali,
bamboline adorabili
purché assassine.



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BARBIE



Piombò nelle vite delle bambine
nate all’inizio degli anni ’50, colte sul bilico,
bambine che avevano visto Via col vento 
                                                 e i films di Marlene Dietrich
al bivio fra il modello materno e avventurose seduttrici
Barbie era bella, ricca, indipendente.
Possedeva oggetti, vestiti e almeno un uomo,
il fidanzato Ken.
Faceva sicuramente ….l’indossatrice.
Il suo guardaroba rivelava viaggi, responsabilità, 
                                                                     serate eleganti.
Comprare un nuovo abito a Barbie
con la paghetta settimanale
era guadagnarsi un anticipo di futura autonomia,
una specie di prova generale, un’idea di futuro.
Barbie non era una bambola, era un’aspirazione.
Nata da un genio segreto, andò a incontrare 
                                                                  i sogni trasgressivi
di una generazione
che avrebbe contestato, incendiato, liberamente amato
e poi si sarebbe introdotta dinamica e inventiva
in ambienti esclusivi.
Barbie possedeva i blue-jeans
e il tailleur firmato, la bicicletta e l’auto sportiva.
Non conosceva famiglia,
la sua linea non ammetteva la pancia.
Aveva avuto il tempo di costruirsi un destino
una casa, uno stile.
Quando nacque era sola, oggi ne esistono tante
e nella moltiplicazione si è riprodotta
la divisione, si è spostata l’attenzione.
Dall’oggetto alla collezione,
imbrigliata la fantasia
è diventata
la forma più aggiornata
della bambola per l’eternità.


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LA BAMBOLA DI NOTTE


la bambola di notte
colore bachelite
chiude / apre gli occhi
- quegli occhi color bambola -
mossi da contrappesi.
Le filtra dalla bocca la luce della luna.
Chiama la mamma (nguè: tienimi stretta).
I segreti escono dalle finestre;
la luna li ascolta e li racconta.
Domani mattina mi alzo
e vado a spegnere la luna.




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