Fotografia di Renzo Carnio, particolare







Nina Nasilli vive a Padova, dove si è laureata in Lettere classiche e ha avviato il laboratorio-studio “Atelier Interno 7”. Tra i più recenti libri di poesia, per i tipi di Book Editore ha pubblicato al buio dei nodi anfratti (2016, Premio Internazionale “Città di Marineo”), Tàşighe! (in dialetto veneto, 2017, Premio del pubblico “Pontedilegno”; Premio “San Vito al Tagliamento”), Prossimità (2019), e ha curato, tradotto dal latino e illustrato il volume Dittochaeon di Prudenzio (2018). Nel 2021 è uscito nella collana “L’oro dei suoni” il suo Cronotopo blue (Proget Edizioni). Dirige per Book Editore la Collana “foglie e radici - Biblioteca del vernacolo”. È anche pittrice, e ha tenuto importanti mostre in Italia e all’estero.




II


come se l’Immortalità fosse
formiamo in avanzo le frange
del tempo presente
e tutto il tempo dopo la rupe d’istanza
provandone la curaxxxxxxxxxxx(ogni minima cura)

del passato fingiamo le Cose
e il sentire delle Cose

la Realtà è ciò che sfugge 
alla fantasia atroce dell’Immortalità
imposta musa 
l’onnivoraxxxxxxxxxxxxxxxxxxxe intollerante
o dèmone d’inganno

(al Maestro Caeiro tornare lo sguardo!)

poi ti accorgi
e quando il sentimento  confina
con l’oceanoxxxxxxxxxxxxxxxxxlatte e struggimento
e pare che Dio xxxxxxxxxxxxxxxdivenuto un compagno
ti attenda
(tu, onni-temporaneo xxxxxxxxxLui, tuo con-temporaneo)
sulla vetta del monte piú elevato
per confidarti un segreto xxxxxxo il silenzio di un’ora 
duratura xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxin eterno


allora puoi sussurrarexxxxxxxxx alla magnolia  
sfiorita xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxe al calicanto
affacciatoxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxal giardino 
della casa consueta
che ami anche la loro Prossimità
all’Infinito:xxxxxxxxxxxxxxxxxxxè l’Amore che conosce 
il mistero
dell’Esistenzaxxxxxxxxxxxxxxxxxogni esistenza! tutte!
e il punto perfetto xxxxxxxxxxxxxdi quella Immortalità
x xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx xsua tenebra coralità

canta, Poeta xxxxxxxxxxxxxxxxxxquel che siamo
canta la terra xxxxxxxxxxxxxxxxxche pestiamo
il cieloxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxcui guardiamo 
xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx x(e sospiriamo)
il latte xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx  e lo struggimento
l’infimo dolorexxxxxxxxxxxxxx  xdella carne 
la tempesta  xxxxxxxxxxx xxxx xxdello spirito ardente
gli straccixxxxxxxxxxxxxxxxxxxx e la gentilezza
l’intelligenzaxxxxxxxxxxxxxxx xxe lo stupore
la vetta  xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxe il calicanto
la magnolia xxxxxxxxxxxxxxxx xxe il giardino
la noia  xxxxxxxxxxxxxxxxxxx xxxe la mano
la nostra xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxcoscienza
la nostra coscientexxxxxxxxxxxx incoscienza
canta, canta Poeta! xxxxxxxxxxxxche sia il tuo ritmo
primitivo guidaxxxxxxxx xxxxx xalla nostra indomita  
 xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxdanza




IV

come l’assenza è di noi
la piú certa Prossimità

procrastinare nel tempo
non sarà prolungarsi di spazî:
l’assenza ci circonda
d’immanenza
e di verdi possibilità 
(sterminati campi)

e Prossimità si illude
di essere
in altro
e di esistenza, come onda
d’oceano

o talvolta fiorisce, e vira
a un rosa lambito
dal tepore di una primavera
(inattesa)
che in petali si posi dal tramonto
a un fogliame rinnovato, ma nascosto

frondosi verbi
rimbalzano l’eco
del grido inudito
o l’imo del sangue
prima che sia ventre

cosí alla Poesia si affida 
quel che separa
noi
dalla nostra mite anchibasía

(in anticipo
sulla nudità cruda
di ogni illuminata pre-visione:
un umanesimo romantico
è occidentale nostalgia
e zoccolo di bianco cavallo
domato soltanto da una pioggia inversa
e greve)




V

come ad esempio quotidianoxxx(dimesso)
giorno dismesso che parla xxxxxa un altro:

darsi troppa importanza
una passeggiata nel parco
il sole d’Aprile come fosse la prima volta
del sole
darsi un po’ troppa importanza
incontrarsi vedersi ma non vedersi
un’auto che passaxxxxxxxxxxxxxla sua modernità
e la giovinezza che si porterà
(tenerla per mano, la giovinezza
fino a un cancello parentale
baciarla sulla soglia
e poi abbandonarla
come tra le rose)
tornare al canto tra le frasche
il suo ascolto                                                                                                                               
(la novità tenue del suo ascolto)

come fosse la prima voltaxxxxxxdel canto
darsi ancóra troppa importanza 
poi innamorarsi
e la tua camicia tra le piccole cose

e le stoffe
la tangibilità semplice delle stoffe
le viole qualche narciso e l’erba
amarsi
non darsi piú troppa importanza
appartenere
non temere di appartenere
e poi il mondoxxxxxxxxxxxxxxxl’umiltà del mondo
le prigioni a mito xxxxxxxxxxxxla potenza del mondo
un castello sullo sfondoxxxxxxxle lacrime del mondo
il caffè sotto casaxxxxxxxxxxxxxil sorriso del mondo
un ostello
e chiederexxxxxxxxxxxxxxxxxxxcome fosse preghiera
un po’ di giorni e ore
che tutto duri   xxxxxxxxxxxxxxxxche tutto sia
stare a guardarsi
e - non mancarsi





VII

come l’Ewig che ci spetta 
in qualche imo oscuro di Natura 
ci precedeva
noi, fatti della nostra chiara cecità
ingenui, per ghénos
e l’aidòsxxxxxxxxxxxxxxxche inclina la giusta piega 
del ginocchio 
noi, semplicemente 
nell’Universox xxxxxxxxxsiamo




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