"I bozzetti sono alcuni scarabocchi della vita interiore dell’autore, da intendere come pozze d'acqua termale"


Enea Savio (Melide, 1997) terminati nella primavera 2022 gli studi di Lingua e Letteratura italiana presso l’Università di Friburgo, sta compiendo i primi passi nell’ambito dell’insegnamento liceale. 


Fotografia di Naël Bagutti, 2022, particolare.


I

Niente di originale, no
siamo come ladri che vanno nelle case diroccate
in cerca di qualche luccichìo
di qualche suono di piffero perso
da quelle finestre 
a queste stanze sparso 
nei vuoti di discorsi affannati
nella polvere di questi rimasugli
di vetri colorati chips vecchie foto

mi era parso di potere, per un attimo,
in queste giornate abbandonate
ma non per davvero, nono, non ti preoccupare
(e pensi alla mamma?)




II

Stasera passo
non ci vediamo da un sacco di tempo, lo so

i tuoi occhi si sono scordati
in un campo di clochards
- attorno al bidone in fiamme
e alla busta di cartone -
un tarlo scrive il tuo nome nel legno
i grilli cantano
il vento urta alle imposte

poi un altro inciampo
tutto tace; e non ce la faccio
stasera passo



III

Però rimane come
un’usta 
nel letto 
quando se ne va

un caldo vuoto



IV

E mi sento rapito

di qualcosa, di qualcuno
che ce ne sarebbe davvero bisogno
ed è come quando fuori piove
e sei fuori al crocevia
di questa settimana enigmistica 
a spuntare una casella risaputa 
a far capriole di parole
incrocio incontro devianza divergenza bivio
è l’erba estirpata che stinge
l’estinguersi della vampa
un germoglio nell’ovatta




V

Le radici dell'eucalipto
che scendono fino alle
darsene che mugghiano peciose
in questa notte di luminarie singhiozzanti
che chiama negli atri 
una tenera inquietudine
uno svolazzare d’ali di pipistrello
e altro ancora

ma fra tutto il nero 
il più fondo è il tuo
che scende le scale
che va verso il basso



VI

Abbiamo trovato chiuso
constatato il fallimento
ma l'acqua 
l'abbiam trovata nel salire queste valli in nebbiolina 
brina nei prati appannamento di finestrini
ritrovata più in là ci sbarrava il passo
chiamando il rischio, il balzo
che non siamo pronti a fare 
il facile scivolare che ci atterra 
qui nel mezzo 
dei nostri pensieri già storti
due, tre volte già morti

poi però nelle pozzette...
il tuo sorriso
dissipato nel vapore d’un sospiro 
lunga effervescenza luogo opaco



VII

Lo so, lo so, devi seguire il sole
ovunque porti


io ti seguirò finché posso
poi non più ma ci sarò 
sempre lontano 
ma ci sarò sempre accanto a 
questa punta di disagio che porti 
ovunque, ricordati 
ricordami

Ovunque porti
e vele e barche, viaggi
stasera su un aeroplano,
senti ancora il dolore 
delle cicatrici che non 
vogliono guarire?


Ovunque porti e ponti
potresti anche con gli occhi socchiusi
lanciandoti, lasciandoci potresti
basterebbe una chiamata




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