Aurelio Buletti è nato a Giubiasco nel 1946. Vive a Lugano. È stato a lungo docente. Ha scritto alcune poesie, quasi tutte edite, e alcuni racconti brevi.

Le sette poesie qui riprodotte sono tratte dalla sezione “Poesie per Giò”, del volume Segmenti di una lode più grande, ed. alla chiara fonte, 2002



POESIE PER GIÒ




UN BEL SILENZIO

Un bel silenzio sta fra queste righe
di parole pensate lietamente.

Viene da te, s’incanta.

Si fa ancora più zitto, più cortese,
si fa velo fiorito, si sospende,
poi con un lieve sibilo si scioglie
al tuo primo sorriso.





RICHIESTA

Nessun incaglio fermi
questa smilza barchetta di parole
sulla quale io lieto
remo e canticchio
per recarti due doni: questa luce
che qui vedo scrivendo
e il suo ricordo.





MATTUTINO

Ove il viso di te fosse l’aurora
guardandoti vedrei
il nascente risveglio
della città sul lago.

Ove il viso di te fosse il risveglio
guarderei nei tuoi occhi
vedendola dal lago
la città che rinasce.

Ove gli occhi di te fossero il lago
io sarei la città che si risveglia
guardandoti, vedendoti
rinascere all’aurora.

Ove Aurora di te fosse città
io sarei il risveglio che rinasce
per vedere e guardare
il tuo viso.





SEGMENTI DI UNA LODE PIÙ GRANDE

Da te che più di ogni voce ascolto
graziosamente vengono disposte
le parole sui fili del discorrere.

Parole-panni:
pinzette di allegria le sospendono.

Parole-rondini, racconti-voli:
beato chi li vede, chi ti ascolta.

Voli, viaggi, cammini, riposi.





UN CONVEGNO DI PASSERI

Un convegno di passeri
beccuzzanti sul prato.

Finisce presto, forse per il cibo;
che fosse poco?

O per minaccia che non percepisco;
poveri piccoli volati via!

Che ogni nostra gioia
più ampia si distenda

ma uguale si condensi
per luce di allegria.





DONI PROVVISORI

Più volte hai visto
il tuo viso, il tuo essere, il tuo cuore
in questi fogli
che sono specchi deboli
appannati da mille imperfezioni
e ben lontani dal restituire
tutta la ricca vita
che tieni e doni.

Poi questi fogli sono carte esili,
brutte copie di come è bello scriverti.

E doni provvisori,
modi di salutarti verso sera,
leggeri abbracci,
sorprese.





IL POETA NON SA TUTTO QUELLO CHE SCRIVE

Un’intensa parola
respiri qui segreta
non sbuffi per l’esiguo nascondiglio
si mostri solo a te
la purezza di un attimo,
donna sveglia e paziente.




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