85 Christian Bernardo

     C’è un rumore di fondo

     marzo 2017

     pag. 16

     immagine: alla chiara fonte


Christian Bernardo nasce a Bellinzona nel novembre 1981. Storico (Laurea magistrale in storia contemporanea presso la cattedra di storia dei paesi slavi dell'Università degli Studi di Milano), si abilita successivamente all'insegnamento della storia e della geografia per le scuole medie. Da diversi anni, insegna infatti alla scuola media di Canobbio con grande passione.
Pubblica Internati polacchi in Svizzera tra guerra, lavoro e sentimento (Armando Dadò, Locarno 2010) e diversi interventi di approfondimento storiografico su riviste di storia e cultura dei paesi slavi.
L'amore parallelo per la poesia lo porta, dopo anni di sperimentazioni, alla pubblicazione della sua prima raccolta poetica Né di terra né di vento (OTMA edizioni, Milano 2013).
Vive a Lugano, sua città dal 1987, con la moglie Eleonora (sua compagna dal 2002) e con la loro figlia Sofia, nata nell'agosto 2015.

    


Laddove chine
riposano le rose,
campane esangui e
sfinite,
troneggia la vera
bellezza
che il tempo avvolge
tutta
come iride alla Sua insperata
rivelazione.
Al rintocco
lento
ti vedrò così:
diciassettenne nella pioggia
donna nell’alba
regina al tramonto.
Sempre tu
acqua al mutare della marea…



Come una collina
dormi
distesa e lieta.
E hai sentieri
che conosco solo io
nel buio e nel giorno.
E cammino
sapendo di ogni tua brezza
dei campi tuoi scoscesi
verso la tua valle.
Quando piove
gravito nelle tue insenature
segrete e antiche
come il mio pensiero di te
fatto di terra
odore di funghi
e castagne.
Così ti attraverso.
Ma piano
per non turbare la tua rivoluzione
che sempre mi conduce
al nuovo giorno.



Ti amo perché un’onda
è un’onda.
Perché al buio segue sempre il giorno
comunque.
Perché se taccio
di te parlo:
a me stesso
alle mie mani in attesa
della tua eucaristia.
Al mio passo
anche quando la strada mi muore accanto.
Ti amo perché ovunque
in guerra
do torto ai poeti e agli antichi
se cantano il tuo nome
o il tuo anagramma.
Perché da te urlerà alla natura
chi svestirà da noi
pelle e sogni.



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